Poesie del disamore



 
 

Fragole
 
 

Dal grande viaggio
sui sentieri aerei
del pensiero,
che si sfilaccia
in candide code,
attendo il vento.
Ho lasciato 
porzioni di me
nelle vite
che son state 
al fianco a tratti.
Geroglifici
i significati rimasti,
rovine nel deserto
che ingannano
il ricordo.
Un cuore che pulsa
è l'unica verità
persistente
finché
la membrana
non secca.
I fili d'oro
avvinti ai fiori secchi,
le sfumature
d'ametista,
campi che parlano chiaro
sotto nuvole agostane
non riempiono più
il mio povero secchio
gettato nel pozzo
della poesia.
Sogno ancora labbra
golose
di fragole di bosco,
i chiari torpori del suo corpo
destinato
al rigattiere dell'anima
e delle vite passate.
So
che altro verrà
ma non quel gatto sinuoso
che mi parlava d'amore,
non quella forza suicida,
non quell'immortalità,
quel senso di origine,
di principio
che ancora contengo
senza seguito.
 
 

 

 

Lucertola
 
 

Vieni qui.
Sono niente
senza te.

Manca la tua compagnia
il tuo corpo
le tue movenze,
gli occhi e le mani
che succhio
con i miei occhi
avidi di te.

Non le senti queste urla?
guaìti senza dignità
che ti chiamano?

Cammina nuda
sui miei prati
orlata di monili d'oro
il collo
i polsi e le caviglie:
i ricchi finimenti della favorita.

Cosa conta il cielo
se il mio cielo sei tu?

Sei l'unico sale
che dà sapore.

Sono la lucertola
che può scaldarsi
solo su te:
la mia pietra serale.
ove sei ora
senza di me?
Rondine
che non può svernare?
M'avvolge
la tua ragnatela:
in ogni trapezio
una stanza,
in ogni stanza
una porta
aperta.
Così faccio
da mesi
da anni.
Mi son perso
dentro di te.
La solitudine
dello scalatore,
la sordità ovattata
del subacqueo,
prima di te.
Non so scrivere
la tua dolce
incisione
dentro di me.
Perdonami,
perché
mi piace chiedertelo.